Adobe avverte gli utenti: aggiornare per non incorrere in problemi legali.

Per le versioni di alcuni pacchetti Creative Cloud, la licenza non è più valida e l’utente non ha più diritto all’utilizzo il software se non aggiornandolo all’ultima versione.

L’avviso che Adobe invia in questi ultimi giorni per gli utenti di Lightroom Classic, Photoshop, Premiere, Animate e Media Director parla infatti che sono state dismesse tutte le versioni meno recenti e che senza aggiornamento si potrebbe incorrere addirittura in problemi legali.

“We have recently discontinued certain older versions of Creative Cloud applications and and a result, under the terms of our agreement, you are no longer licensed to use them,”

“Please be aware that should you continue to use the discontinued version(s), you may be at risk of potential claims of infringement by third parties.”

Adobe non chiarisce che tipo di avventure legali potrebbero aspettarci, ma i “pettegolezzi” su Internet parlano della causa legale in corso tra Adobe e i laboratori Dolby nella quale la seconda accusa la prima di non essere sufficientemente chiara sul numero di licenze distribuite e, di conseguenza, non essere corretta nella remunerazione a Dolby stessa.

Sicuramente non è una bella notizia per i consumatori in generale: sebbene Adobe o chiunque altro dovesse aver violato i diritti di terze parti, a rimetterci sarebbero gli utenti che potrebbero veder sparire funzioni da software/hardware regolarmente pagato.

Si consideri, come ipotesi estrema, una console gioco che perde la possibilità di avere il suono Dolby stereo (per restare in tema) perché il produttore non ha versato i diritti di licenza.

Purtroppo è un inghippo della nuova concezione di acquirente: non acquistiamo più l’oggetto, ma ne acquistiamo la licenza di utilizzo (EULA= End User License Agreement), che cambiando nel tempo, può modificare i diritti su ciò che credevamo di aver acquisito; potenzialmente rendendo indesiderabile se non inutilizzabile il “ferro” a cui quella licenza si riferisce.

Per ora, l’unica difesa degli utenti sembra essere il non acquistare nulla da aziende che nel passato si sono rese artefici di cambi di strategia così poco rispettosi dei propri clienti.